Niko Romito, chef dell’anno 2020

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“Niko Romito, chef dell’anno 2020 – intervistato da Massimo di Cintio e Anna Berghella” – Sulmona, 4 marzo 2020 – ‘Spazio Pingue’

Niko Romito, cuoco a tre stelle e ormai famosissimo, recentemente insignito a Madrid come migliore chef d’Europa, è stato intervistato da Anna Berghella, avvocato, consorte del nostro presidente Vittorio Masci, e da Massimo Di Cintio, giornalista enogastronomico. Niko ci ha raccontato dei suoi inizi, alla morte del padre, quando era studente di Economia e Commercio e pensava di rivendere il ristorante paterno a Rivisondoli, non sapendo niente di cucina e non essendovi allora, nel 1999, una cultura della cucina e della figura del cuoco, come oggi, per merito della televisione, che di solito anticipa i tempi e le tendenze.

Ciò che invece ha indotto Niko Romito ad iniziare questa avventura con la sorella Cristiana, è stata la sua curiosità di trasformare un prodotto. Cioè era affascinato dal fatto che l’uomo con un processo di cottura poteva trasformare un prodotto, una struttura che azionava un procedimento chimico; però non aveva la tecnica, non aveva aveva fatto scuole, non aveva nessun tipo di insegnamento. Allora ha iniziato a studiare moltissimo Frequentava i corsi (allora non c’era internet, non c’erano i ‘social media’, quindi tutto quello che poteva fare era imparare e correggere, o frequentare dei corsi andare a mangiare nei ristoranti, diventando un grande frequentatore di ristoranti in Abruzzo), per cambiare lo stato dell’arte della cucina italiana e per apprendere. Per iniziare questa nuova attività, Niko ha abbandonato anche il tennis, sport in cui riusciva piuttosto bene e non avrebbe certo immaginato il percorso professionale che avrebbe compiuto.

Massimo di Cintio ha chiesto a Niko di parlarci della sua attività di insegnamento ai giovani, per creare nuovi validi cuochi. Niko ha ricordato che i suoi colleghi d’Abruzzo criticavano questo passo, dato che ogni cuoco è geloso dei suoi ‘segreti’ e gli davano del pazzo per voler diffondere il suo sapere gastronomico.

Invece Niko ha fondato la sua scuola e la cosa, ci ha detto, è abbastanza paradossale, perché lui, che non ha frequentato scuole regolari per diventare un cuoco, ora insegna ai futuri cuochi. Ora, a parte la scuola molto frequentata, Niko gestisce otto ristoranti in Italia e fuori.con 250 cuochi, considerando anche nuovi assunti. Non solo, ma in Abruzzo, sulla spinta di quanto Niko ha fatto, si sono aperti 12 nuovi ristoranti di cui settei hanno ottenuto una stella della guida Michelin.

Massimo Di Cintio ci ha poi raccontato del giovane Niko Romito, partito con i cornetti con marmellata, crema, cioccolato eccetera e poi a pranzo e a cena servizio e ristorazione con cucina tipica nel 1999, poi sono successe tante cose. Come diceva Niko è scomparso il papà e sono sono comparsi i suoi dubbi suoi le sue le sue ansie, ma anche la tua decisione e la sua passione; ha scoperto la passione per la cucina.Niko ha raccontato di sé nel libro “Niko Romito apparentemente semplice” in cui si racconta si racconta in una maniera incredibile.

In questo libro ti sembrava di vivere i drammi, le gioie i dolori e la forza di un ragazzo che si era ritrovato da solo ma supportato dalla famiglia. Sembra di leggere un libro di favole, come se fosse una storia di Heidi tra le caprette e le storie del nonno. In effetti il nonno di Niko che faceva il forestale è che lo portava in giro, che gli parlava delle delle pietre, che gli parlava degli alberi che gli parlava del pane, che gli raccontava del pollo, delle pecore. Insomma Niko racconta utta la sua giovinezza, descritta come una favola, e descrive con una con passione e con poesia questa sua storia, che parte appunto da questa scelta di prendere in mano il locale che aveva creato il padre, di accettare questa sfida e di imparare un mestiere, che si impara come papà aveva imparato diversi mestieri.

Nel 2009 arriva a Niko un’offerta che chiunque avrebbe accettato, quella della famiglia della del gruppo Bulgari, di andare a guidare un ristorante all’estero a Tokyo e lui si fece questo viaggio di ritorno da solo si fermò a Casadonna (la sua sede attuale a Castel di sangro), si fermò su una pietra e prese quella decisione che avrebbe continuato l’impresa nella quale stava investendo, nella quale aveva però un grande rischio economico. E ha avuto ragione, infatti a novembre ha preso un’altra stella con il ristorante a Pechino e un’altra con il ristorante presso il Bulgari hotel a Shanghai e quindi questo fatto che Bulgari lo abbia lo abbia di nuovo tenuto in considerazione lo stato un no vuol dire che aveva scelto non tanto il cuoco, quanto l’uomo che sapeva fare delle scelte, rinunciare a delle scelte perché poi quelle rinunce avrebbero portato qualcosa di più grande, come è successo.


Ci ha poi detto dei momenti difficili, dal punto di vista finanziario, soprattutto nel 2011, quando per sei mesi non ha potuto pagare gli stipendi ai suoi giovani collaboratori e ha invitato i giovani a perseverare nel raggiungere i propri obiettivi, senza bruciare le tappe. Secondo Niko, la cucina è semplicità e in ogni piatto ad un livello elevato, il cuoco racconta di sé e mette, in un certo modo, la sua firma, mentre chi assaggia la sua cucina, il suo pane, deve trovare i sapori semplici e genuini, i sapori ‘antichi’. Nella sua cucina a Casadonna, c’è molta tranquillità e non quell’atmosfera frenetica da ‘show’ del Masterchef televisivo, a cui Niko era stato invitato 4-5 anni fa. 

Ma ha declinato l’offerta, perché troppo impegnato con la sua attività, che è diventata anche la sua vita. Il punto di svolta, all’inizio, è stato a capodanno 2000, quando il suo locale era completamente vuoto e allora Niko ha prodotto per tre ore le sue famose ‘bombe’ dolci e salate, per risolvere la situazione, con la gente che faceva la coda per gustarle, dopo la cena di san Silvestro. Durante la serata, è intervenuto anche l’ing. fausto Zazzara, che a 60 anni ha cambiato attività e dall’edilizia è passato alla produzione di vini e spumanti ‘Majgual’ a Tocco a Casauria, rilevando la ‘cantina’ dello zio. Alla serata, hanno partecipato anche il governatore Basilio Ciucci e consorte e la governatrice incoming Rossella Piccirilli.