“La Tradizione Sartoriale in Abruzzo: Passato e Presente”

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“La Tradizione Sartoriale in Abruzzo: Passato e Presente” – Sulmona, 17 marzo 2016 – Hotel ‘Ovidius’

Il Dott. Mauro Cianti, nella serata in cui entra a far parte della nostra famiglia rotariana, ci ha parlato dell’argomento che è anche oggetto della sua attività lavorativa per l’azienda di Teramo, di cui è CEO, la ‘Don the Fuller’, cioè la sartoria in Abruzzo.

Mauro pensava che l’Abruzzo fosse conosciuto soltanto per i costumi tipici tradizionali, invece ha scoperto che, storicamente, tra Abruzzo è moda c’è un forte legame. Questa figura nella letteratura del settore, che ha letto per lavoro; già nel seicento sarti abruzzesi erano famosi e il sarto Saraceni, oltre 250 anni fa, ha ispirato i migliori sarti del mondo.

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Questo perché in Abruzzo vi era una forte produzione della lana, che era la maggior fonte di ricchezza delle zone interne. Chi la produceva, portava dunque la lana dal sarto perché questi facesse i vestiti e questo faceva sì che i sarti, in un singolo paese, fossero moltissimi, perché l’alternativa di lavoro era allora: o pastore, o sarto.

Così all’epoca, a Pratola Peligna, si produceva un ottimo tessuto, a Lanciano si producevano gli aghi per cucirlo. Il tenore Paolo Tosti di Ortona, arrivò alla corte d’Inghilterra, dove portò con sé, con i suoi abiti confezionati da Saraceni, la moda d’Abruzzo. Gli abiti confezionati in Abruzzo, avevano leggerezza, contrapposta alla pesantezza di quelli inglesi. Il sarto Saraceni brevettò il suo modo di fare gli abiti, che descrisse in un libro, diventato il manuale della moda e dell’eleganza dell’epoca.

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Sicché cominciarono ad arrivare clienti dall’estero nella sua bottega di Roma in via Boncompagni. Di qui nacque una vera e propria scuola di sartoria abruzzese, da cui vennero centinaia e centinaia di sarti abruzzesi, all’epoca i migliori d’Italia, tra cui i Tempesta di Sulmona. Proprio da una sfilata di moda internazionale, negli anni ’50, nacque il marchio ‘made in Italy’, coniato dalla stampa USA, che è il terzo marchio più conosciuto al mondo.

Tutta questa storia della sartoria abruzzese, sarebbe bello raccoglierla in un volume, cercando testimonianze delle sartorie dei vari paesi della regione. Per quanto riguarda il presente, l’industria sartoriale italiana e quindi abruzzese, deve combattere con la crisi e con glia alti costi del personale, a causa della pesante tassazione, il che produce un abbassamento qualitativo.